Field Report: Come Conoscere una Ragazza - La Cliente in Negozio - In Attraction

Field Report: Come Conoscere una Ragazza

Essere seduttori 24/7

 

 

Considerando che il concetto di applicare i principi della seduzione, in qualunque istante della giornata, viene ribadito spesso all’interno dei nostri Corsi di Seduzione, trovo che il modo migliore e più diretto per marcare questo principio, sia un esempio vissuto in prima persona.

REPORT – la cliente in negozio

Sono al lavoro in negozio e suona il campanello.
Vado ad aprire la porta vetrata e mi ritrovo di fronte una ragazza che non avevo mai visto prima d’ora.

Premessa: facendo un lavoro in cui è facile sporcarsi, di certo non vado vestito in polo e jeans firmati.

Il più delle volte si tratta di tuta Adidas del mercato e felpona invernale (che tanto mi cade bene lo stesso 😉

Lavorando in un’apicoltura mi è altrettanto facile sporcarmi i capelli di miele e se unissimo le poche ore di sonno accumulate dalla sera prima, il mio aspetto, nel momento in cui questa tizia ha suonato alla porta, non era di certo dei migliori.

Ma neanche dei più vagamente decenti.

Amen.

Questo sermone solo per sottolineare, per l’ennesima volta, il fatto che l’aspetto estetico incide esclusivamente una minima parte, all’interno di un’interazione, e che viene subito contestato dal primo istante in cui si apre bocca.

Mi faccio subito un’idea delle sue forme e, avendo pure lei, una tuta stretta, non mi è stato difficile ipotizzare il suo fondo schiena.

Mentre vado ad aprire la porta (a vetri) del negozio, la fisso negli occhi, cercando il suo sguardo, ricambia e me lo tiene per i 5 secondi in cui mi dirigo a schiavare la porta.

Accompagna il tutto da un sorriso, quasi malizioso.

Direi che a ricettività, siamo a posto.

Mi saluta e sono subito coinvolto dalla sua energia: “Ciao! È la prima volta che vengo qui e sto cercando qualcosa per la gola, che mi fa male… ma solo la mattina… e anche la sera… cioè, sempre tranne il pomeriggio… ahahah”

Minchia.

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Un peperino.

Adoro quel tipo di persona.

La loro positività ed energia, rendono l’ambiente che mi circonda, positivo.

Non solo: le stesse positività ed energia fanno di loro persone disposte a giocare, a prescindere dal contesto, nonché altamente ricettive, nonché disposte ad essere contrastate dal momento in cui si scontrano con un’energia più bassa e stimolante.

L’errore che fanno in molti, in questa casistica, è quello di lasciarsi condizionare dai due fattori che le contraddistinguono, elencati qui sopra, subendo il loro frame ed entrando nel circolo vizioso del “questa è un peperino, la assecondo, o non ne esco intero”.

In realtà, sono proprio il tipo di persone con cui ci si diverte di più, a giocare, e che cercano più di tutte la sfida, proprio per via della marmaglia di individui con cui hanno a che fare tutto il giorno, disposta a lasciarsi guidare dalla loro euforia.

Cerco subito la sfida:
“Capisco… mi dispiace, ma vendo solo prodotti per il mal di gola pomeridiano… prova al Conad, qui di fianco”.

E la fisso, con sguardo e sorrisetto malizioso.

Lei ricambia entrambi.

Si mette a ridere. “Mi hai azzerata.”

Mi piace proprio.

La porto nella zona del miele, le spiego la differenza tra propoli e miele esattamente come se fossi un padre che legge una fiaba alla figlia, e nel contempo la mangio con gli occhi.

Ogni mio sguardo è ampiamente sostenuto e ricambiato dal suo. Tanto che quando finisco la spiegazione, il tutto viene seguito da un lungo silenzio, in cui entrambi ci guardiamo… e lo manteniamo per diversi secondi.

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E’ molto presa e, guarda un po’, la sua euforia è stata totalmente incanalata dal mio frame.
Se ne esce con:
-“Si vede che ti piace quello che fai… mi hai quasi convinta a prendere sia il miele che la propoli”
-“… la scelta finale spetta a te. Non è questione di quanto io sia convincente… ma di quanto tu sia disposta a fidarti di una bella atmosfera…”
“… e tu dici che sbaglio, a fidarmi?” (direi proprio un “sottilissimo” shit test…!) e mi guarda con il sorrisetto malizioso.
-“… dico che le bimbe come te, sono rimaste deluse da troppe caramelle, prese dagli sconosciuti sbagliati.”
Resta in silenzio, mi guarda con gli occhioni.
“… a noi piace credere di essere solo sfortunate” (e inizia a dondolarsi sui piedi, guardandomi in cerca di approvazione. E ammetto che sa il fatto suo.)
“ … e tu, in realtà, cosa credi?”
“… non lo so più nemmeno io…”
e qui, butta giù la maschera, abbassa lo sguardo, in un timido tentativo di ristabilire la sua posizione guardandosi intorno.
Non ha senso infierire, in questo istante.

Ha perfettamente capito chi ha davanti e, considerando la circostanza, è più che sufficiente come connessione intima.

Resto in silenzio per un po’ e la “attacco” di nuovo sul piano della sfida (creando un certo altalenamento di emozioni).

“Facciamo così: tu provi sia il miele, che la propoli… ma ti avverto: la propoli è molto forte, quindi dovrai stringere i dentini e dimostrarmi quanto sei coraggiosa a finire l’intera boccetta… non mi deludere”
“sono coraggiosissima…” riprende il contatto visivo e ricomincia con gli occhioni
“… staremo a vedere.”
“so applicarmi…” di nuovo eye contact intenso
… silenzio da parte mia.
La guardo intensamente.
Silenzio da parte di entrambi, per diversi secondi.
Eravamo presi davvero bene.
“Che cosa carina, i guantini di Hello Kitty”
e qui scoppia a ridere come una deficiente.

Aveva i guantini rosa.

E che cazzo.

Due battute sui suoi guanti.

Paga il conto.

E ci incamminiamo all’uscita.

Mi allunga la mano, lei:

“Sono venuta a prendere il miele, ma è stato davvero un piacere.”

le do la mano, me la stringe.

“Per essere passato un quarto d’ora, sappiamo il fatto nostro” (e punto sulla complicità).

Mi guarda.

Resta con la mano attaccata.
(“Ti prego, chiudimi”).

Esordisco io:

“ Senti, ma in tutto questo, hai anche un nome?”
“Valentina… “
“… e non pensi che sarebbe estremamente stupido e masochistico?”
“Cosa?”
“Essere indifferenti al fatto che, tra noi, ci sia un’interessante chimica”

Si mette a ridere un casino.
Diventa rossa.

E MI TIENE ANCORA LA MANO.

Potreste pensare che la mia affermazione sia stata un probabile, notevole, investimento nei suoi confronti e che, così impostata, abbia dato sufficiente spazio a sue possibili obiezioni.

Appunto, possibili. Non probabili. Perchè nei suoi occhi e nell’atmosfera fino ad un attimo prima, si leggeva chiaramente il suo coinvolgimento e, come se non bastasse, nessuno si ferma sull’uscio della porta ringraziandoti del quarto d’ora, con il solo fine di ringraziarti 😉 .

“Non mi hai detto come ti chiami.”

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silenzio.

La fisso, divorandola.

“Come uno tra i più grandi condottieri macedoni..”
“… daaaai! Non lo so” (ma non mi dire)
“e allora riguardi sui libri di storia delle medie… e NON su GOOGLE, perchè ti sgamerei…e poi me lo scrivi”

“ e dove te lo scrivo?”

se, vabbeh.

Ci scambiamo il numero. Finalmente stacca la mano. Ci salutiamo.

Mi ricontatta un giorno e mezzo dopo.

Con la soluzione.

Game on.

H24/7

 

Un abbraccio,
Lo Staff di IN Attraction

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